IL GOVERNO RITOCCA IL SUPERBONUS
2022-11-15 BLuStudio
Per poter rimanere nel regime del superbonus al 110% bisognerà presentare la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA) entro il 25 novembre. Il chiarimento arriva direttamente dalla Presidenza del Consiglio, che ieri ha presentato in conferenza stampa i principali contenuti del decreto legge "Aiuti-quater", approvato due giorni fa dal Consiglio dei Ministri.
La fase transitoria tra l'aliquota attuale al 110% e quella ridotta al 90% sarà, dunque, di appena 15 giorni. "Il superbonus - ha spiegato la Presidente Meloni - nasceva, meritoriamente, come misura che serviva a rimettere in moto la nostra economia dopo la pandemia. Ne abbiamo condiviso le finalità, ma il modo in cui è stata realizzata ha creato molti problemi".
La misura "pesa sulle casse dello Stato per circa 60 miliardi, con un buco rispetto alla previsione iniziale di 38 miliardi". Il sistema "ha prodotto una deresponsabilizzazione: se non sono tenuto a partecipare, nemmeno in una minima parte all'iniziativa, tendo a non chiedermi se il prezzo sia congruo. Questo ha portato a una distorsione sul mercato del costo dei materiali e il beneficio è andato prevalentemente ai redditi medio alti".
Con i risparmi che verranno generati dalla riduzione dell'aliquota, il Governo ha deciso di "riaprire alle unifamiliari, cioè alla possibilità anche per le famiglie di utilizzare il bonus del 90%, a patto che si tratti di prima casa e di redditi medio bassi". La fascia di reddito verrà calcolata non solo in base all'ISEE ma anche in base al nucleo familiare.
Altro tema su cui, per stessa ammissione degli esponenti dell'Esecutivo, c'è stato "grande dibattito" è quello relativo alla cessione dei crediti d'imposta maturati. Un aspetto affrontato dal Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha innanzitutto difeso la decisione di intervenire sul superbonus tramite decreto legge, senza aspettare la manovra ("prima si fa chiarezza normativa e meglio è per tutti"), e la "scelta politica" di concentrare la misura sui redditi medio-bassi: "Non si è mai vista una misura che costasse così tanto per la finanza pubblica a beneficio di così pochi. Questa misura continuerà a favore di chi non si può permettere la ristrutturazione". Stando, infatti ai dati del MEF, citati in conferenza stampa, fino ad oggi avrebbe usufruito del superbonus al 110% l'1-1,5% dei cittadini, in "buona parte dei casi" aventi redditi medio-alti.
Quanto alle cessioni dei crediti d'imposta, il Governo "cercherà di intervenire perché è un problema reale di molte imprese. I cassetti fiscali sono pieni, non c'è la possibilità di assorbimento rispetto allo stock esistente, stiamo definendo una possibile via d'uscita. Ci troviamo a gestire una situazione molta critica, il nostro obiettivo è creare degli spazi affinché i crediti d'imposta esistenti possano essere ancora scontati".
Il titolare del MEF, dunque, non chiarisce in che modo verrà trovata una soluzione ai crediti d'imposta attualmente bloccati, mentre è molto netto su come andranno considerati nel prossimo futuro: "Voglio ribadire che la cessione è una possibilità, non è un diritto. Tutti coloro che decideranno di fare questi interventi hanno la certezza di poterli detrarre negli anni, come è sempre avvenuto, ma non hanno e né possono avere la certezza di cedere i crediti d'imposta, altrimenti avremmo creato una moneta, che invece non è stata creata".
Rif. Eutekne.Info
La fase transitoria tra l'aliquota attuale al 110% e quella ridotta al 90% sarà, dunque, di appena 15 giorni. "Il superbonus - ha spiegato la Presidente Meloni - nasceva, meritoriamente, come misura che serviva a rimettere in moto la nostra economia dopo la pandemia. Ne abbiamo condiviso le finalità, ma il modo in cui è stata realizzata ha creato molti problemi".
La misura "pesa sulle casse dello Stato per circa 60 miliardi, con un buco rispetto alla previsione iniziale di 38 miliardi". Il sistema "ha prodotto una deresponsabilizzazione: se non sono tenuto a partecipare, nemmeno in una minima parte all'iniziativa, tendo a non chiedermi se il prezzo sia congruo. Questo ha portato a una distorsione sul mercato del costo dei materiali e il beneficio è andato prevalentemente ai redditi medio alti".
Con i risparmi che verranno generati dalla riduzione dell'aliquota, il Governo ha deciso di "riaprire alle unifamiliari, cioè alla possibilità anche per le famiglie di utilizzare il bonus del 90%, a patto che si tratti di prima casa e di redditi medio bassi". La fascia di reddito verrà calcolata non solo in base all'ISEE ma anche in base al nucleo familiare.
Altro tema su cui, per stessa ammissione degli esponenti dell'Esecutivo, c'è stato "grande dibattito" è quello relativo alla cessione dei crediti d'imposta maturati. Un aspetto affrontato dal Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha innanzitutto difeso la decisione di intervenire sul superbonus tramite decreto legge, senza aspettare la manovra ("prima si fa chiarezza normativa e meglio è per tutti"), e la "scelta politica" di concentrare la misura sui redditi medio-bassi: "Non si è mai vista una misura che costasse così tanto per la finanza pubblica a beneficio di così pochi. Questa misura continuerà a favore di chi non si può permettere la ristrutturazione". Stando, infatti ai dati del MEF, citati in conferenza stampa, fino ad oggi avrebbe usufruito del superbonus al 110% l'1-1,5% dei cittadini, in "buona parte dei casi" aventi redditi medio-alti.
Quanto alle cessioni dei crediti d'imposta, il Governo "cercherà di intervenire perché è un problema reale di molte imprese. I cassetti fiscali sono pieni, non c'è la possibilità di assorbimento rispetto allo stock esistente, stiamo definendo una possibile via d'uscita. Ci troviamo a gestire una situazione molta critica, il nostro obiettivo è creare degli spazi affinché i crediti d'imposta esistenti possano essere ancora scontati".
Il titolare del MEF, dunque, non chiarisce in che modo verrà trovata una soluzione ai crediti d'imposta attualmente bloccati, mentre è molto netto su come andranno considerati nel prossimo futuro: "Voglio ribadire che la cessione è una possibilità, non è un diritto. Tutti coloro che decideranno di fare questi interventi hanno la certezza di poterli detrarre negli anni, come è sempre avvenuto, ma non hanno e né possono avere la certezza di cedere i crediti d'imposta, altrimenti avremmo creato una moneta, che invece non è stata creata".
Rif. Eutekne.Info